LACTO-OVO VEGETARIAN

La vera dieta vegetariana
normale, completa,
sana, naturale,
preventiva,
senza carenze,
senza ipocrisie,
senza fanatismo,
secondo la Tradizione
e la Scienza più moderna

17 luglio 2009

Alimenti ricchi di lisina? Chi l’avrebbe detto, sono tanti.

Le proteine dei cereali non sono così scarse come si crede. Un chicco di frumento integrale può avere anche 13 g e più di proteine per 100 g. Sono, semmai, poco assimilabili, hanno cioè uno scarso valore biologico. Il confronto un tempo era con gli aminoacidi dell’uovo considerati un modello di assorbimento (valore 100). Si chiamava indice chimico, ed era fondato su meri rapporti aritmetici. Oggi invece si dà importanza all’accrescimento reale che le proteine di un dato alimento provocano sperimentalmente in laboratorio o in clinica sui neonati. Le proteine migliori sono quelle che più si avvicinano per rapporti tra aminoacidi a quelle dell’uomo. Uno dei parametri possibili è il PER, Protein Efficiency Ratio. Il principio dell'assimilazione è, per così dire, quello dell'anello più debole: se uno degli aminoacidi essenziali che costituiscono la catena della proteina è carente rispetto al modello prefissato (matematico o umano che sia), questo limiterà per la quota corrispondente l’assimilazione dell’intera proteina. L'aminoacido carente si chiama perciò limitante.Lisina nella Dieta Vegetariana (NV,Fao 2009)

La lisina è l’aminoacido limitante di molti cereali, e quindi la pubblicità, sempre attenta ad interpretare la scienza a modo suo, con le sue famose quasi-verità o mezze-verità para-simil-scientifiche, solo per aumentare le vendite, si è inventata dépliant e "bugiardini" acclusi alle confezioni di cereali esotici, rari e costosi, pubblicizzati come "molto ricchi di lisina". Primi tra tutti l’amaranto e la quinoa, di importazione del Centro e Sud America.

A parte il fatto che non è vero che questi ultimi siano così abbondanti di lisina, come mostra la tabella (la costosa quinoa ha meno della metà di lisina rispetto ai banali fagioli; il raro l’amaranto la metà rispetto ai mung, che poi sono gli economicissimi fagioli verdi con cui si fanno i germogli detti “di soia”, reperibili in tutti i supermercati…), la gradita sorpresa per i lettori è che (a parte la curiosità scientifica dei semi di rapa...) numerosi alimenti molto comuni, ben più economici, versatili e saporiti di quelli esotici, e soprattutto adatti ad essere consumati ogni giorno o in abbondanza, alcuni addirittura senza cottura (p.es. i fiocchi di avena), apportano all'atto pratico più lisina dei troppo pubblicizzati alimenti rari e importati.

Insomma, la regola di buonsenso è che vanno privilegiate quelle fonti di lisina che permettono – per reperibilità nei negozi, prezzo, piacevolezza delle ricette e Tradizione europea o italiana o mediterranea – il consumo regolare e abbondante, tenendo contro che si consumano tanti alimenti insieme (pasto), e che perciò la lisina d'un alimento va a tappare le falle aminoacidiche delle proteine carenti degli altri alimenti consumati nel medesimo pasto (complementazione proteica). Cosa molto importante in vegetariani e vegan.

Il che è anche un'ennesima prova scientifica della necessità della dieta mista e variata, cioè del mangiare tanti cibi insieme, ciascuno ovviamente in piccole quantità (es. minestrone di grano integrale e ceci, fagioli con pasta integrale, riso integrale e lenticchie ecc). Serve, per stare al tema, una dieta ricca di lisina, non un singolo alimento ricco di lisima, o peggio un integratore farmacologico.

Con questo non si vuole certo dire di non curiosare ogni tanto (come facciamo tutti) tra le stranezze, magari un po’ snob, e gli esotismi alimentari, anzi la varietà e la fantasia sono virtù essenziali alla psicologia del mangiare. Si vuole solo ricordare che il "nostro" naturale cibo, per esempio i legumi e i semi oleosi, è infinitamente più ricco in lisina di quanto si immagini, e più conveniente, tenuto conto di un consumo regolare durante la settimana, il mese, l’anno, di qualunque "concorrenza" esotica. Senza contare i sapori e gli odori familiari, anche durante la cottura.

Riscopriamo, dunque, come preziose fonti di lisina capaci di completare un pasto un po’ carente dal punto di vista proteico, lenticchie, piselli, fagiolo dell’occhio e altre varietà del fagiolo, ceci, fave, germe di grano (sia all’interno dei chicchi di grano integrale di ogni varietà, come grano tenero, duro, farro, farricello, spelta, sia nelle relative farine integrali, sia infine come germe di grano isolato usato in aggiunta alle pietanze come condimento a crudo), noci e semi oleosi vari, non dimenticando neanche l’uovo, ottima fonte, più ricco in lisina della stessa pubblicizzatissima quinoa e quasi quanto l’amaranto. Tutti cibi dell'agronomo Columella e del naturalista Plinio, di quelli che hanno inventato l'arco etrusco e il diritto romano, il Colosseo e le cattedrali romaniche, i mosaici di Pompei e l'arte del Rinascimento. Non può essere carente: è il migliore al Mondo. Abbiamo una ricchezza unica a portata di mano, e non la usiamo!

AGGIORNATO IL 21 APRILE 2013

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9 Commenti:

Anonymous Candice ha detto...

Grazie, mi è stato molto utile. ciao

17 luglio 2009 alle ore 15:30  
Anonymous Tania ha detto...

Per me una rivelazione, credevo che la lisina fosse un amminoacido raro! Almeno così mi aveva lasciato credere la pubblicità.
Grazie.
(Era ora che un rompiscatole amante della critica e della satira penetrasse nei negozi di alimentazione bio)!!
Besos

17 luglio 2009 alle ore 21:58  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao,
Nella tua tabella vedo che la quinoa e l'amaranto hanno rispettivamente il doppio e il triplo della lisina rispetto al frumento, mentre nel testo dici che non è vero che siano cereali particolrmente ricchi di lisina, inoltre dici che i fiocchi d'avena sarebbero più ricchi di lisina sempre della quinoa e dell'amaranto, ma nella tua tabella non compaiono, compare invece la semplice avena con circa 150mg/100g di lisina in meno rispetto alla quinoa e circa 450mg/100g in meno rispetto all'amaranto... Non è che ti sei sbagliato?

21 aprile 2013 alle ore 21:56  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Sono accusato di scrivere articoli troppo lunghi, ma se li faccio brevi poi i lettori possono cadere in equivoco se leggono di corsa o distrattamente. Non c'è contrasto tra tabella e testo. Dico che non è vero che quinoa e amaranto abbiano tantissima lisina: e infatti non sono in cima alla lista. Poi dico che nonostante che l'avena (chicchi o fiocchi è lo stesso) abbia un po' meno di lisina rispetto a quei cereali esotici (rari e costosi e non a tutti graditi, quindi consumati di rado), di fatto è più conveniente e consigliabile. Quindi conviene puntare - tra i cereali, perché il confronto era tra cereali - sull'avena, che si trova anche a 1 euro per 500 g nei supermercati no-marca ed è consumabile perfino a crudo come fiocchi. Altrimenti nel paesino, dove si trovano i fiocchi ma non la quinoa, come farebbero?Nello scegliere una fonte alimentare bisogna sempre preferire la meno strana-esotica-rara-costosa-discutibile. Questo era il senso di un consiglio per tutti. E poi legumi e semi oleosi consumabili ogni giorno e a cui siamo abituatissimi, hanno ancora più lisina.

21 aprile 2013 alle ore 22:18  
Blogger Maria ha detto...

I fiocchi d'avena sono troppo lavorati industrialmente,tanto che vengono privati di tutte le proprietà nutritive ed essenziali che il chiccho conserva,si può dire che è un' alimento morto. Sono da prediligire i chicchi d' avena al naturale.

5 giugno 2017 alle ore 18:28  
Blogger Nico Valerio ha detto...

Maria, l'avena in chicchi interi permette minestre buonissime e di gusto delicatissimo. Ma hai calcolato il tempo e soprattutto i danni della lunga bollitura? Sono superiori alla brevissima tostatura superficiale che i chicchi crudi subiscono da rulli bollenti per essere trasformati in fiocchi. La trasformazione è davvero minima: messa a bagno e poi schiacciamento tra due rulli bollenti, come ferri da stiro. Tutto qui. Non solo la lisina stessa, ma l'intero complesso vitaminico B sono un po' più tutelati nei fiocchi che nel chicco intero lungamente bollito. La lunga bollitura è il processo di cottura più distruttivo. Ma non se ne può fare a meno per i cereali duri. L'unica eccezione è l'avena, a consistenza farinacea morbida e ricca di fibre colloidali che si sciolgono perfino in acqua o latte freddo, cioè a crudo. Un'eccezione di cui occorre profittare vantaggiosamente. Senza contare che i fiocchi d'avena naturali sono alla portata di chiunque: in pochi secondi si trasformano in muesli dolce freddo o in minestra calda salata). Insomma, non è vero che le perdite siano maggiori nei fiocchi; anzi sono minori

5 giugno 2017 alle ore 23:40  
Blogger Unknown ha detto...

Eccellente intervento sui fiocchi d'avena, bravo Nico Valerio. Molto utile!

20 febbraio 2018 alle ore 22:16  
Blogger Unknown ha detto...

Eccellente intervento sui fiocchi d'avena, bravo Nico Valerio. Molto utile!

20 febbraio 2018 alle ore 22:17  
Blogger Unknown ha detto...

Grazie

15 ottobre 2018 alle ore 14:48  

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