LACTO-OVO VEGETARIAN

La vera dieta vegetariana
normale, completa,
sana, naturale,
preventiva,
senza carenze,
senza ipocrisie,
senza fanatismo,
secondo la Tradizione
e la Scienza più moderna

12 gennaio 2009

Vincono i vegetariani, anche sui vegan. Ma non per “stile di vita”.

Sul minor rischio di malattie dei vegetariani, si fa strada in alcuni studi e in quasi tutti i libri e siti web contrari al vegetarismo la tesi consolatoria che i vantaggi sarebbero indiretti, cioè dovuti non tanto o solamente al cibo, ma ad una generale maggiore consapevolezza alimentare. Noi vegetariani, cioè, saremmo, siamo, più attenti a ciò che mangiamo rispetto agli onnivori. E già solo questo, argomentano i ricercatori e divulgatori anti-vegetariani, è positivo, porta vantaggi per la salute. .
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Questo è vero, siamo più attenti. Alcuni di noi, poi, sono addirittura maniaci, il che, però – diciamolo a tutte lettere – è un difetto che può portare a problemi ulteriori.

E con ciò? Questa maggiore attenzione, che spesso – non sempre, però: vedi più avanti – si sostanzia in una migliore educazione nutrizionale (perché non lo dicono?), non conduce anche ad una scelta di alimenti diversi? O è una attenzione teorica, vaga, una fantasticheria ossessiva?

No, la maggiore attenzione veg si traduce in pietanze differenti da quelle comuni. Per esempio, molti vegetariani – non tutti purtroppo – usano cereali integrali, quasi tutti mangiano molti legumi e molte porzioni di verdura e frutta al giorno.

Tutti obiettivi che la scienza ha proposto, ma che gli onnivori non raggiungono mai in nessun Paese del mondo. Insomma, il paradosso è che solo noi vegetariani, per lo meno molti di noi, mettono in pratica le indicazioni della Scienza moderna sulla dieta protettiva antiossidante e sul controllo del peso. E vi sembra niente? Eppure questo "particolare" fondamentale non c’è in certi siti anti-vegetariani o nelle conclusioni di alcuni studi: continuano a parlare di "mentalità". Insomma, saremmo dei "fissati". Hanno perfino inventato un neologismo che secondo loro dovrebbe essere psicopatologico, insomma una sindrome: "ortoressia", ovvero mania del cibo giusto, corretto, sano. Una sottospecie dell’anoressia, insinua l’assonanza.
Eh, ma se questa "fissazione" porta a rispettare i parametri della Scienza, vuol dire che è buona, positiva. Perché allora non si "fissano" un po’ sul cibo sano e naturale anche gli onnivori, e magari diventano vegetariani?

Vediamo come esempio tre studi molto importanti che mettono a confronto vegetariani (lacto-ovo e vegan) e consumatori di carne.

Il primo studio, condotto su 76 mila uomini e donne dai 16 agli 89 anni, di cui 27.808 vegetariani (Mortality in vegetarians and nonvegetarians: detailed findings from a collaborative analysis of 5 prospective studies, TJ Key, GE Fraser, M Thorogood et al., Am J Clin Nutr 70, 3, 516S-524S, september 1999), distingue per mortalità da vari tipi di cancro e malattie cardiovascolari tra cinque diete: i consumatori abituali di carne, i consumatori sporadici di carne, i consumatori di pesce, i lacto-ovo-vegetariani e i vegan. Ebbene i lacto-ovo-vegetariani superano non solo i “carnivori” integrali o sporadici, ma in parecchi casi anche i vegan, come si vede nell’ultima tabella dello studio, sintetizzata (solo tre voci) nella tabella a colori in alto (colonna gialla). Ma se andiamo a guardare la tabella completa nello studio originale (v. link), abbiamo qualche piccola sorpresa sui tipi di cancro in particolare, come il cancro allo stomaco di alcuni vegan e il cancro al colon di alcuni lacto-ovo-vegetariani. Che comunque non riescono ad abbassare troppo la media (v. nella tabella sopra riportata: “tutte le cause”).

Altri due studi diversi tra loro, ma interessanti. Il secondo studio è intitolato: "Relative Weight, Weight Loss Efforts and Nutrient Intakes among Health-Conscious Vegetarian, Past Vegetarian and Nonvegetarian Women Ages 18 to 50" . Qui, appunto, si conclude che probabilmente i veg hanno meno rischi grazie alla loro maggiore "consapevolezza salutistica".

Ma l’esperienza di tutti i giorni ci dice che la cosa è relativa. Anzi, io sono molto critico con certi vegetariani (meglio non parlare di molti vegan…) decisamente trasandati e anti-scientifici.

Comunque, la novità dell’ipotesi di lavoro dello studio è questa: che per la prima volta sono messi a confronto non vegetariani e onnivori generici (dove noi avremo sempre la meglio), ma vegetariani e "onnivori consapevoli" della salute e della nutrizione. Se si scelgono soggetti analoghi le cose cambiano, argomenta con evidente soddisfazione l’articolista che commenta lo studio.

E’ vero, ma poi casca sull’esempio sbagliato, o meglio poco significativo.
L’ipotesi di lavoro dello studio è che la health-consciousness o consapevolezza salutistica sia simile in appositi gruppi di donne veg e non-veg, e non ci siano differenze in peso, indice di massa corporea, perdita di peso e valori nutrizionali (tranne vitamine B12 e D), come indica il lavoro di Susan Barr e colleghi sul citato fascicolo di Journal of American Clinical Nutrition.

Va bene, ma la salute e la prevenzione non è solo perdere peso, come si dà per scontato nello studio. E’ già molto, ma ormai la terapia farmacologica con gli alimenti ha fatto passi da gigante. Pensiamo semplicemente alla differenza abissale che esiste tra due diete analoghe come calorie, di cui la prima povera di legumi e ricca di cereali integrali, mentre la seconda ne è ricca. Questo sfugge allo studio. In realtà nello studio della Barr si valutava solo la capacità di perdere peso e poco altro.

Ma poi non è vero che esista in tutti i casi questa grande differenza nello stile di vita. Quanti vegetariani conoscete che camminano velocemente e a lungo tutti i giorni, o che fanno escursioni nella Natura? Pochissimi, se non nessuno. Anzi, vi dirò, io li vado cercando per organizzare con loro lunghe camminate. Ma quasi tutti i vegetariani si rifiutano di fare sport, tanto più nella Natura. Una cosa assurda!

E allora, appare più fondato un terzo studio, sempre, a quanto sembra, di ricercatori "anti-veg" o non veg-oriented. Ha il titolo: "Risk of death from cancer and ischaemic heart disease in meat and non-meat eaters", pubblicato sul British Medical Journal da M Thorogood e colleghi anni fa (BMJ 1994;308:1667-1670, 25 June).

Nella diatriba carne sì, carne no, continuano a vincere i vegetariani. Hanno sempre meno rischi. Ma non solo per la mancanza della carne in sé, o per la consapevolezza del cibo, o per lo "stile di vita", come ripetono tutti, perfino i medici della Asl. Bensì…

Leggiamo le conclusioni: "La ridotta mortalità da cancro tra coloro che non mangiano carne non è spiegata dai fattori di rischio relativi allo stile di vita, che hanno una bassa prevalenza tra i vegetariani. Una ferma conclusione non può essere presa neanche sui decessi da ischemia cardiaca. Questi dati non giustificano l’avviso di escludere la carne dalla dieta, dal momento che esistono molti elementi della dieta vegetariana, oltre al non mangiare carne, che possono ridurre il rischio".

Ecco, solo nell’ultima riga, balenare la vera ragione della superiorità vegetariana: quei molti elementi in più che la differenziano da quella onnivora, che altro non sono che le migliaia di sostanze antiossidanti, nutritive o antimutritive (dai polifenoli alle fibre) che in una tipica dieta onnivora mancano, e mancano per tutta la vita. Da questo discende anche che sarebbe davvero ottuso fare i vegetariani senza consumare alimenti integrali e legumi, oltre alle abbondanti porzioni di verdure e frutta. Eppure c’è chi ci riesce.

Per fortuna sono migliaia gli studi seri sugli effetti preventivi e di riduzione del rischio cardiocircolatorio, infiammatorio e tumorale da parte di queste sostanze che finora hanno poco interessato i nutrizionisti (perché… molte di esse non nutrono), che sono assenti dalla tavola degli onnivori, e largamente presenti sulle tavole vegetariane e naturiste. Ma degli antiossidanti parleremo in un altro articolo.

 

TABELLA. Come si vede, nello studio di Key su American Journal Clinical Nutrition (la più importante rivista scientifica di nutrizione clinica), i lacto-ovo-vegetariani sono più protetti contro le principali cause di morte non solo rispetto ai consumatori di carne (anche quelli che la mangiano di rado), ma anche rispetto ai vegan.

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